Negli anni 70 Mestre era la città, in Italia con meno verde pubblico. Era considerata una città dormitorio a causa dello sviluppo caotico avvenuto con l'industrializzazione della zona di Porto Marghera.
Alla fine degli anni settanta grazie all'azione di gruppi ambientalisti, associazioni di cittadini e amministratori illuminati il Comune cominciò a porre maggior attenzione ai problemi ambientali e urbanistici della città.
I primi grandi parchi che si costruirono furono parco Albanese e Piraghetto. In seguito sorsero altre zone verdi nei vari quartieri fino ad arrivare ai due grandi porgetti di riqualificazione ambientale: il parco di San Giuliano e il bosco di Mestre.