UN PO' DI STORIA
Il mais Il mais è un cereale originario dell’America Centrale. Dopo la scoperta dell’America, Cristoforo Colombo riporta in Europa e, precisamente in Spagna, il nuovo prodotto che viene chiamato granoturco.
Cristoforo Colombo, dopo aver assaggiato ciò che gli indigeni chiamavano “mahiz”, annotò che aveva un sapore buono.
Per la prima volta il mais fu coltivato come foraggio per il bestiame, poi divenne un elemento importante per l’alimentazione popolare.
Ci sono diverse ipotesi sull’origine del nome granoturco. 1) le “barbe” che escono dalla pannocchia somigliavano a quelle dei turchi e forse perché il “cartoccio” ne ricordava il turbante. 2) i contadini usavano chiamare “turco” tutto ciò che era straniero e sconosciuto. Il mais era un prodotto che loro non conoscevano.
Per i Maya e gli Atzechi, civiltà precolombiane, il mais veniva venerato come un dio.
UNA LEGGENDA MAYA
Un tempo non c’era terra, ma solo cielo e
mare.
Un giorno il Creatore decise di creare una creatura che li
adorasse.
Dopo l’uomo di legno crearono l’uomo di mais,
ricavandone la carne dal mais bianco e giallo, le gambe e le braccia
dalla pappa di mais.
E l’uomo di mais fu il nostro progenitore.
Gli Atzechi utilizzavano il mais per la preparazione delle
“tortillas”, focaccine di farina di mais piatte e
tonde.
Finalmente il mais arriva anche da noi. Il mais, trasformato in polenta, divenne la base dell’alimentazione dei contadini del nord.
Col tempo la polenta divenne il piatto principale della Pianura Padana, mentre al sud, dove era stata introdotta prima, non si mantenne, forse per la maggior abbondanza di verdure e pomodori. Nel 1700 dalle mense povere la polenta giunse a quella dei signorI... naturalmente ben condita.
Il mais però venne incolpato di portare una malattia chiamata “pellagra”: la pelle si infiammava e si arrossava. L’alimentazione basata solo sulla polenta, povera di vitamine, era la causa di questa malattia.
Abbiamo realizzato il famoso gioco dell’oca. Naturalmente il tema è: LA POLENTA
E questi siamo noi con il nostro lavoro.