Le maschere italiane derivanti dalla commedia del' arte sono molte; alcune di esse prendono nomi diverse nelle varie regioni ma presentano le stesse caratteristiche caratteriali.
Arlecchino è la più famosa delle maschere, parla in in dialetto veneziano ma la sua patria è Bergamo perchè pare sia nato nel 1572 creato la Alberto Ganassa di Bergamo. A quel tempo, però, Bergamo era sotto il dominio veneziano.
Arlecchino interpreta la parte del servitore astuto, ficcanaso, attaccabrighe; passa in un momento dal pianto al riso, per tutte le occasioni ha una battuta pronta; è scansafatiche, ingordo e goloso.
Pulcinella è la maschera di
Napoli, ha un
carattere più bonario, più rassegnato e
più meditabondo di Arleccbhino. La sua veste è
tutta bianca con il cappello nero.
Brighella è anche questa una maschera bergamasca; agisce spesso in coppia con Arlecchino essendo però più ingenuo; e ne subisce spesso le conseguenze.
Il dottor Balanzone è la maschera di Bologna, la satira del sapientone: è vestito come i medici del 1600. In realtà il dottor Balanzone è un ignorante che vuol darsi le arie di persona istruita; snocciola a proposito e a sproposito lunghe tiritere. Il suo linguaggio e un miscuglio buffissimo di latino italiano e dialetto bolognese.
Pantalone dei Bisognosi è la maschera di Venezia. Rappresenta il mercante vecchio e ricco, brontolone e avaro che alla fine però si commuove e diventa generoso.
Colombina interpreta la servetta allegra, vanitosa e pettegola che con le sue moine si conquista il cuore di Arlecchino. A volte prende il nome di Smeraldina o Corallina.