I navigatori più anziani riconosceranno subito questi oggetti, (le didascalie sono state messe per i più giovani!). Canotti, pennini, inchiostri e calamai, fino ai primi anni sessanta, erano gli strumenti per scrivere più usati nelle scuole e nelle famiglie. Infatti il buco rotondo che ancora oggi si trova su molti banchi, nell'angolo in alto a destra, altro non è che lo spazio per inserire il calamaio che poi, ogni mattina, veniva riempito dal bidello.
Certo c'erano anche le penne stilografiche, da quelle più vecchie, come le Waterman's, nate a cavallo tra '800 e '900 a quelle più belle, ma anche più costose. Nella foto modelli risalenti agli anni '30 del secolo scorso. A scuola molti usavano le penne cosiddette "scolastiche", poco costose, ma adatte ad utilizzatori non proprio provetti e non proprio attenti.
Ma verso la fine del 1945, in un grande magazzino statunitense, viene per la prima volta messa in vendita una penna rivoluzionaria, destinata a dare un potente scrollone al tranquillo mondo delle stilografiche. Si tratta della "penna Biro", chiamata così dal nome del suo inventore, l'ungherese Laszlo Jozsef Biro. Questa penna non ha il pennino; al suo posto c'è una strana punta con una piccola sfera d'acciaio, libera di ruotare, che in parte sporge all'esterno e in parte rimane all'interno a contatto con l'inchiostro. Strisciando sul foglio la sfera ruota e deposita sul foglio una traccia di inchiostro. Subito molte ditte, fiutando l'affare, iniziano la produzione e sono milioni le penne biro vendute nei primi anni, anche se la qualità non è delle migliori.